La moderna “Giovinazzo” incominciò a sorgere nei primi anni del 1800. Circa un secolo prima, precisamente nel 1704, i Domenicani avevano dato inizio alla costruzione di un grandioso Convento (l’attuale Chiesa di S. Domenico) fuori le mura della città. Il loro esempio, però, non fu seguito dalla popolazione che riteneva certamente più sicuro vivere entro le mura cittadine, al riparo da eventuali incursioni nemiche.
Ma nell’anno 1797 avvenne un episodio importante che determinò una svolta decisiva per il futuro sviluppo urbanistico della città: i sovrani di Napoli, Ferdinando IV e Maria Carolina, decisero di visitare la Cattedrale di Giovinazzo che, posta sull’estremo lembo dell’abitato e protesa sull’azzurro mare, non era facilmente accessibile da terra a causa dell’impervia scogliera che a quei tempi circondava la cala porto (vedi illustrazione).
Gli abitanti, nell’intento di rendere più agevole ai Sovrani l’accesso alla Cattedrale e per festeggiare lo straordinario evento, raccolsero 270 ducati, colmarono con terriccio l’insenatura portuale nella zona compresa tra il convento dei Domenicani e le mura della città, la spianarono e ne ricavarono un vasto piazzale, poi chiamato “Borgo” (l’attuale piazza Vittorio Emanuele II), ove accolsero festosi l’arrivo dei Sovrani.
Dopo quello spianamento anche le famiglie più facoltose, già dai primi decenni successivi allo storico evento, incominciarono a costruire nuovi palazzi attorno al Borgo, anche se la città restava praticamente divisa in due parti dalle mura di cinta che separavano il vecchio nucleo cittadino da quello che stava sorgendo. Si continuò così fino alla metà del secolo quando anche Giovinazzo dovette abbattere le mura che per vari secoli avevano difeso la popolazione dalle incursione nemiche. Dopo questo nuovo episodio, la città acquistò una maggiore continuità territoriale e incominciò a costruire nuovi insediamenti anche oltre il Borgo, per cui il centro della vita cittadina passò pian piano dall’antica piazza Costantinopoli alla più recente ed ampia piazza.